Insieme, invece che da soli

30.09.2020 - 14:19 | Christian Possa

È soprattutto nelle situazioni d’emergenza che i bambini hanno bisogno di far sentire la loro voce. La Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini ha reagito al coronavirus con la sua radio per bambini e adolescenti: ha anche elaborato una trasmissione anticrisi in grado di unire durante l’isolamento.

Neo non stava più nella pelle al pensiero della settimana che lo aspettava in radio nel Villaggio Pestalozzi per bambini. Poi è sopraggiunto il lockdown e anche il Villaggio per bambini, proprio come tutti gli altri organizzatori, ha dovuto annullare il programma. La delusione di Neo è stata così grande che sua mamma ha cercato delle alternative, parlando con il team della radio. E ce n’erano: con l’hashtag #powerupverbindet, la radio per bambini e adolescenti della Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini ha lanciato un programma con la finalità di dare voce a bambini come Neo. «Abbiamo utilizzato il punto di incontro digitale della radio per unire grandi e piccini durante la crisi del coronavirus», spiega Cinzia Hänsenberger, direttrice del progetto. Grazie alla condivisione e allo scambio delle esperienze personali vissute dalle persone durante la crisi, la solidarietà diventa tangibile.

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A distanza in studio, ma nel bel mezzo dei salotti degli ascoltatori e delle: il duo live delle moderatrici Selina e Samuel nello studio radiofonico del Villaggio per bambini.

Dall’adolescente alla nonnina

 Il 23 marzo, alle ore 11, il team radiofonico è andato in onda. Inizialmente, con un’ora di trasmissione, il formato era ancora molto strutturato: i nomi delle rubriche erano ad esempio il Concerto del cuore, Happy News o Gamecorner. Ancora non si era attivata la community che avrebbe creato il nuovo formato.

Ma da lì a poco, si sono fatti vivi i primi bambini. L’educatrice progetti – radiofonici Samantha Kuster ricorda il figlio del vicino di casa dei suoi genitori, incoraggiato da lei a partecipare. Nonostante il suo carattere molto tranquillo, il tredicenne è riuscito a gestire perfettamente la conversazione. Nella seconda settimana, lui ha poi chiamato la trasmissione di sua spontanea volontà per raccontare del suo libro preferito e per salutare amici e parenti. «In quel momento ho capito che quest’esperienza era molto importante per la fiducia in sé.»

Ci sono stati dei momenti che hanno unito, come ad esempio quando, durante una trasmissione, una ragazza ha consigliato un libro e ha salutato un’amica che non viveva più nel suo paese e che, in seguito, si è fatta viva. Anche le persone più anziane hanno raccontato della loro quotidianità durante la quarantena. Cinzia Hänsenberger, ad esempio, ha avuto in linea i genitori di un’amica, quasi ottantenni, che hanno apprezzato molto il fatto di poter tranquillizzare in questo modo le persone intorno a loro e di poter salutare i propri nipoti.

Gli incontri scolastici diventano digitali

 #powerupverbindet è nata dall’emergenza. Dopo la diffusione così repentina del coronavirus, il Villaggio per bambini ha dovuto annullare numerosi progetti. Unendo le persone e creando un senso di comunità, i programmi radiofonici e di scambio si prefiggevano di continuare a muoversi nel campo del possibile. «Volevamo far vedere ai bambini e alle loro famiglie che siamo qui per loro e che possono utilizzarci come piattaforma di scambio», afferma Adrian Strazza, educatore progetti – radiofonici. A fine marzo, Strazza voleva guidare un progetto di una settimana con una scuola primaria a Gais. Quando il progetto è saltato, non si voleva che anche il lavoro preparatorio fatto da bambini ed insegnanti fosse stato fatto invano. Dalla pre-produzione, ne è nato così un programma di una giornata intera che dedicava molto spazio alle interazioni. «Con un principio analogo, siamo così passati dall’incontrarsi il più possibile di persona ad una variante più conforme al distanziamento sociale, con degli incontri digitali.» Secondo Adrian Strazza, la trasmissione è stata un vero e proprio successo. L’ha commosso il messaggio di saluto congiunto fatto da tutte le maestre d’asilo. «È bello quando anche gli insegnanti posso dire: ci piacciono i bambini e non vediamo l’ora di ripartire.»

Reporter mobili

Ma gli organizzatori non volevano lasciare le cose così: #powerupverbindet doveva diventare ancora di più il portavoce di tutti gli alunni e le alunne. Sono quindi stati impiegati i cosiddetti reporter mobili: ex partecipanti di progetti, appassionati di produzione in radio. Muniti di computer portatile e registratore, hanno realizzato i propri interventi. Dalla terza settimana del programma sono stati coinvolti cinque bambini. Sono stati assegnati loro partner da intervistare, come ad esempio la portavoce dei media dell’Unione dei contadini, un mastro panettiere o la direttrice di uno zoo per bambini, che hanno intervistato telefonicamente in diretta durante la trasmissione. Agli occhi di Samantha Kuster, anche Neo, menzionato all’inizio, era un potenziale reporter mobile. La sera stessa in cui è andato in onda per la prima volta, ha scritto un’e-mail con la richiesta di poter realizzare un proprio intervento la settimana successiva. Agli occhi dell’educatrice progetti – radiofonici, questo è un bell’esempio di come la radio può portare i bambini a diventare più attivi e autonomi e ad esprimere la propria opinione. #powerupverbindet ha dato la possibilità a Neo di mettersi alla prova in una situazione difficile e di consolidare la fiducia in sé stesso. Ha inoltre trovato una cosa che lo rende felice. Samantha Kuster afferma il compito con coraggio e ha preparato autonomamente un intervento di ottima qualità sul suo hobby, il basket.»

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