Il Villaggio per bambini ieri e oggi

25.07.2016 - 09:11 | Christin Eugster

La Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini festeggia il suo 70° anniversario. Anuti Corti, vedova del fondatore Walter Robert Corti, ha vissuto gli sviluppi del Villaggio per bambini ai giorni nostri. Oggi, a 97 anni, passa in rassegna i 70 anni di vita del Villaggio Pestalozzi per bambini, di cui è stata testimone.

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Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini: Che cosa ha spinto Suo marito Walter Robert Corti a pub-blicare nella rivista «DU» un appello a costruire un villaggio per bambini?
Anuti Corti: Quando aveva undici anni, durante una gita in montagna Walter trovò nell’uniforme di un ca-duto della prima guerra mondiale una commovente lettera. La madre del soldato morto era preoccupata del lungo silenzio del figlio. Fu un episodio che Walter non dimenticò più. Voleva contribuire a un mondo più pacifico e attuò il suo proposito al termine della seconda guerra mondiale.

Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini: Si ricorda la posa della prima pietra, il 28 aprile 1946?
Anuti Corti: Era una domenica di assemblea cantonale e c’era molta agitazione. La cerimonia fu celebrata dalla popolazione e dalle classi scolastiche. Dalla montagna la piccola Urseli Lutz chiamava: «Bambine e bambini che non avete più il papà e la mamma, venite su da noi che la Stube è pronta.» Quando fu mura-to il barattolo contenente i documenti, il piccolo Chläusli interruppe la cerimonia e chiese: «Mamma, pos-so aiutare anch’io? » Certo che poteva.

Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini: Cosa provò quando l’idea del Villaggio per bambini divenne realtà?
Anuti Corti: Ero ancora molto giovane, e avevo vissuto due anni di intensi preparativi. Il nostro apparta-mento di due stanze divenne il centro di un viavai internazionale. Walter aveva mobilitato molti amici e conoscenti di tutto il mondo. Quando fu possibile realizzare il Villaggio per bambini, furono tutti elettrizzati ed esultanti.

Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini: Il Villaggio per bambini fu realizzato con l’aiuto di numerosi volontari. Come riusciste ad spingere la gente ad aiutare?
Anuti Corti: I giornali erano zeppi di articoli con le immagini terribili della guerra e la volontà di aiutare era quindi enorme. Anche i più piccoli vendevano quadrifogli con la coccinella, allora il simbolo del Villaggio per bambini. La volontà, il fascino e la forza di mio marito gli consentirono di persuadere la gente della bontà del suo progetto. Naturalmente, aveva bisogno di sostegno. Strinse con i volontari amicizie che durarono anni.

Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini: Quali momenti del passato le sono rimasti particolarmente impressi?
Anuti Corti: Tutta la mia vita è stata speciale. Abbiamo vissuto al Villaggio per bambini per otto mesi. Or-fani di guerra i cui padri avevano combattuto uno contro l’altro impararono al Villaggio per bambini la convivenza pacifica. Era un luogo di favola, ricco di variopinto folklore e canti tradizionali.

Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini: Il Villaggio per bambini è cambiato notevolmente. Come considera i suoi sviluppi?
Anuti Corti: In mezzo a un’Europa distrutta dalle bombe, il Villaggio per bambini era un germoglio di pace. Seguì un breve periodo di stallo, perché non venivano più accolti bambini e il Villaggio nella sua peculiarità rischiò di scomparire. Negli ultimi dieci, vent’anni è subentrata una gestione che ha compreso come il Villaggio Pestalozzi per bambini sia un’opera di pace e di vita di Walter Robert Corti. Walter sarebbe soddisfatto degli attuali sviluppi della Fondazione.

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